Gli italiani cercano nuove strategie per risparmiare ogni mese. Dal deconsumismo agli acquisti usati, ecco le tendenze che emergono dal rapporto Coop.
La pandemia e le crisi internazionali degli ultimi anni hanno lasciato un segno profondo sulle abitudini di consumo. Le tensioni geopolitiche e l’inflazione hanno ridotto il potere d’acquisto delle famiglie italiane, costringendole a rivedere le proprie priorità. I dati più recenti diffusi dal rapporto Coop sui consumi confermano un cambiamento evidente: si spende meno in beni superflui e si cercano soluzioni alternative per alleggerire il bilancio familiare.
Non si tratta solo di tagliare le spese, ma di un vero fenomeno culturale che prende il nome di deconsumismo. La logica è semplice: rinunciare al superfluo, privilegiare esperienze al posto di oggetti e ridare valore a ciò che già si possiede. Una tendenza che si riflette nelle scelte quotidiane, dal carrello della spesa alla tecnologia.
Dal supermercato all’usato: le nuove abitudini delle famiglie
La spesa al supermercato resta una voce inevitabile, ma anche qui si cerca di ottimizzare. Sempre più famiglie pianificano i pasti per ridurre gli sprechi, sfruttano promozioni e scelgono prodotti a marchio del distributore. Il risparmio non è solo economico, ma anche ambientale, perché evita acquisti inutili e limita il consumo di risorse.
Un altro comportamento in forte crescita riguarda l’acquisto di oggetti di seconda mano. Piattaforme online e mercatini permettono di trovare articoli a prezzi ridotti, spesso in ottime condizioni. Dall’arredamento all’abbigliamento, fino all’elettronica, l’usato sta diventando una risorsa sempre più considerata.
Accanto all’usato c’è il ritorno al riparare invece di sostituire. Smartphone, elettrodomestici e oggetti tecnologici che prima venivano dismessi vengono ora portati in assistenza o riparati con pezzi di ricambio, allungandone la vita utile. È un modo per risparmiare, ma anche per adottare uno stile di consumo più sostenibile.
Un esempio è quello degli smartphone: chi si trova con un dispositivo non più funzionante, prima di pensare a un modello nuovo di ultima generazione, valuta la possibilità di aggiustarlo. Se la riparazione non è praticabile, cresce l’interesse verso i ricondizionati, dispositivi di una o due generazioni fa rimessi a nuovo e venduti a prezzi accessibili.
Deconsumismo e futuro dei consumi
Il deconsumismo non è soltanto una reazione temporanea alla crisi, ma sembra delineare una nuova filosofia di vita. Sempre più italiani scelgono di ridurre gli acquisti legati al superfluo per investire in esperienze significative, come viaggi o attività culturali. L’oggetto perde centralità, sostituito dal valore immateriale di ciò che si vive.
Questo approccio si riflette anche nella tecnologia: non è più necessario avere l’ultimo modello di smartphone o di computer, ma uno strumento che risponda alle esigenze quotidiane senza costi eccessivi. La ricerca di dispositivi funzionali e accessibili prevale sul desiderio di possedere prodotti di fascia alta, spesso fuori dalla portata della maggior parte dei bilanci familiari.
Il rapporto Coop sottolinea come queste scelte abbiano anche un impatto sociale e ambientale. Meno consumi significano meno rifiuti, meno risorse sprecate e una maggiore attenzione alla sostenibilità. In un contesto segnato dall’incertezza economica, il risparmio diventa non solo una necessità, ma anche un modo per contribuire a un futuro più equilibrato.
Il quadro che emerge è quello di un’Italia che, pur costretta dalle circostanze, sta imparando a consumare in modo più consapevole. Non più acquisti compulsivi, ma scelte mirate. Non più sostituzione immediata, ma riparazione e riuso. Non più oggetti da accumulare, ma esperienze da vivere.