È una delle famiglie più iconiche d’Irlanda, simbolo globale di una birra che ha attraversato i secoli e conquistato il mondo. Ma dietro l’etichetta nera con l’arpa dorata c’è molto di più. E Netflix lo racconterà dal 25 settembre 2025 con House of Guinness, la nuova serie in costume diretta da Steven Knight, già creatore dell’acclamato Peaky Blinders. Un progetto ambizioso che fonde storia vera, tensioni familiari e drammi ereditari, sullo sfondo di una Dublino ottocentesca attraversata dal cambiamento.
Una saga irlandese tra potere, eredità e rivalità
Non è un biopic su Arthur Guinness, né un documentario sulla nascita del birrificio, oggi controllato dalla multinazionale Diageo. La serie comincia invece con la morte di sir Benjamin Guinness, il discendente che consolidò il successo commerciale della stout. È da lì che partono le vicende dei suoi quattro figli, i veri protagonisti: Arthur, Edward, Ben e Anne, interpretati rispettivamente da Anthony Boyle, Louis Partridge, Fionn O’Shea (volto noto di Normal People) e Emily Fairn.
Ciascuno rappresenta un volto diverso della famiglia, ma tutti sono messi di fronte a una scelta irrevocabile, già tracciata nel testamento paterno: restare legati alla fabbrica o separarsene. Il contrasto tra ambizione, fedeltà e rivalità si intreccia con la Dublino grigia della rivoluzione industriale e la New York delle grandi speranze, costruendo una narrazione che alterna dramma familiare e thriller storico, con un’impronta visiva ricercata.

La Guinness non è una birra come le altre. E a testimoniarlo è anche il celebre contratto firmato nel 1759 da Arthur Guinness, che prese in affitto lo stabilimento di St. James’s Gate a Dublino per 9.000 anni. Un atto visionario, oggi esposto nel cuore del Guinness Storehouse, il museo a sette piani che attira ogni anno milioni di turisti, simbolo del turismo brassicolo moderno.
Proprio questo senso di eternità pervade la serie Netflix: ogni decisione dei protagonisti ha un’eco lunga, ogni errore pesa sulle generazioni future. Steven Knight lo conferma: «La dinastia Guinness è fatta di potere, tragedia e genialità. E io, da inglese, mi ritrovo ironicamente a interpretare l’irlandese più irlandese di tutti».
Segreti di famiglia e ricette inconfessabili: cosa rende unica la Guinness?
C’è anche spazio per il mito della birra, con i suoi ingredienti semplici e leggendari: acqua, orzo, luppolo e lievito. Ma secondo una credenza diffusa tra i dublinesi, è proprio l’acqua delle montagne di Wicklow a fare la differenza. Tanto che ancora oggi si dice che “la Guinness bevuta a Dublino abbia un altro sapore”. Merito del contratto originario, che includeva anche il diritto sull’approvvigionamento idrico.
Altrettanto iconici sono i simboli visivi legati alla birra: l’arpa dorata, che dal 1862 accompagna ogni bottiglia, e il tucano pubblicitario, nato dalle geniali campagne di John Gilroy negli anni ’30, che hanno contribuito a costruire un’immagine familiare e universale. Anche questi elementi tornano nella serie, come reperti culturali di un marchio che ha saputo parlare al mondo senza perdere le proprie radici.
House of Guinness si inserisce nel filone dei family drama storici, ma lo fa con una voce originale, costruita attorno a un brand reale, amatissimo, e a una città – Dublino – che qui non è solo ambientazione, ma personaggio vivo. Gli ingredienti per una grande storia ci sono tutti: conflitti ereditari, epoche di passaggio, segreti tramandati e passioni familiari. E se davvero “le cose buone arrivano a chi sa aspettare”, come diceva uno storico spot Guinness, allora l’attesa per questa serie potrebbe valere ogni minuto.