Cucine da incubo, un partecipante rompe il silenzio: “Solo il 50% di ciò che si vede è vero”

Cucine da incubo, un partecipante rompe il silenzio: “Solo il 50% di ciò che si vede è vero” - requisitoire-magazine.com

Lorenzo Fogli

Settembre 22, 2025

Il celebre show condotto da Antonino Cannavacciuolo continua ad appassionare il pubblico, ma un ex partecipante ha raccontato dettagli inediti che gettano nuove ombre sulla realtà del format.

Cucine da incubo è ormai uno dei programmi di intrattenimento più seguiti della televisione italiana. Nato come adattamento dell’omonimo format americano guidato da Gordon Ramsay, lo show racconta il tentativo di salvare ristoranti in crisi attraverso l’intervento dello chef Antonino Cannavacciuolo. Con il suo stile diretto e carismatico, il cuoco stellato non si limita a giudicare i piatti, ma sprona gli imprenditori a riscoprire passione e professionalità, restituendo ai locali una seconda possibilità. Il successo del programma si deve alla combinazione tra la personalità dello chef, i momenti di tensione e il “miracolo” finale, quando il ristorante rinasce sotto nuova luce. Ma una testimonianza recente ha sollevato dubbi sull’autenticità di quanto mostrato in televisione, portando alla luce retroscena meno noti.

La versione di un ex concorrente

Tra i ristoranti coinvolti nelle passate edizioni c’è Il Ritrovo dei Vip di Taranto, oggi conosciuto come Le 2 Fontane. Gestito dalla famiglia Pastore, il locale aveva attirato l’attenzione della produzione e di Cannavacciuolo, che ne aveva criticato pesantemente la cucina, descrivendola come disastrosa.

Il proprietario, Emanuele Pastore, ha poi raccontato un punto di vista diverso. Secondo le sue parole, i piatti non erano così pessimi come mostrato nello show, anche se ammette che l’intervento dello chef si rivelò fondamentale. Cannavacciuolo, infatti, li spinse a valorizzare i prodotti a chilometro zero della Puglia, rinnovando il menu e puntando su ingredienti locali. Lo stesso Pastore ha dichiarato che, a distanza di cinque anni, il locale continua a ricevere clienti attratti proprio dalla popolarità televisiva. Ogni settimana il menu viene aggiornato, seguendo la lezione appresa durante il programma. Ma la sua confessione lascia spazio a qualche ombra: “Di vero c’è il 50%. All’epoca ci eravamo un po’ risentiti per alcune richieste della produzione”.

Realtà e spettacolo

Queste parole suggeriscono che non tutto ciò che il pubblico vede in tv corrisponde fedelmente alla realtà. Come accade spesso nei programmi televisivi, la necessità di costruire un racconto coinvolgente può portare a enfatizzare conflitti e problemi. Resta il fatto che, al di là delle dinamiche di produzione, l’esperienza ha avuto effetti positivi sul locale tarantino, che ha visto crescere la clientela e migliorare la propria offerta culinaria. Lo stesso Cannavacciuolo, con la sua autorevolezza e con l’esperienza maturata a Villa Crespi, continua a rappresentare per molti ristoratori un punto di riferimento prezioso. Per gli spettatori, Cucine da incubo rimane un format capace di intrattenere e al tempo stesso di raccontare storie di riscatto, anche se – come dimostrano le testimonianze – non sempre tutto ciò che va in onda riflette al cento per cento la realtà dei fatti.