Demi Moore rompe il silenzio: “Emma Heming non va giudicata, è una donna straordinaria”

Demi Moore e Emma Heming Willis

Demi Moore e Emma Heming Willis. Fonte foto www.wikipedia.org e account ufficiale Instagram @emmahemingwillis-requisitoire-magazine.com

Franco Vallessi

Settembre 8, 2025

L’attrice rompe il silenzio sulla malattia di Bruce Willis e sostiene pubblicamente la moglie Emma, criticata per la nuova sistemazione. La testimonianza commossa di Demi Moore racconta quanto sia difficile prendersi cura di una persona con demenza e quanto sia importante non dimenticare se stessi.

Nel silenzio e nella fatica quotidiana che comporta assistere una persona amata colpita da demenza frontotemporale, una voce importante ha deciso di intervenire. È quella di Demi Moore, ex moglie di Bruce Willis e madre di tre delle sue figlie, che in una recente intervista ha espresso pubblicamente solidarietà e rispetto per Emma Heming, l’attuale moglie dell’attore. La Heming è stata infatti al centro di polemiche e critiche dopo che è emerso che Bruce ora vive in una residenza separata, per ricevere assistenza adeguata.

Demi Moore interviene e difende Emma Heming dalle critiche

L’attrice, candidata agli Oscar 2025 per il film The Substance, ha parlato a cuore aperto durante un’intervista a The Oprah Podcast, andata in onda a fine agosto. Con parole misurate ma incisive, ha raccontato quanto sia profonda la trasformazione vissuta dalla loro famiglia e ha voluto ribadire pubblicamente il suo sostegno alla nuova compagna di vita dell’ex marito.

“Ho molta compassione per Emma”, ha detto Demi Moore durante l’intervista. “È una donna giovane e si è trovata improvvisamente a dover affrontare qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere. Ha fatto un lavoro straordinario cercando la strada giusta in un terreno sconosciuto”.

Demi Moore
Demi Moore. Fonte foto www.wikipedia.org-requisitoire-magazine.com

La Moore ha sottolineato come non esista una guida su come affrontare una malattia neurodegenerativa come quella di Bruce. “Molto è ricaduto su di lei. Ha dovuto capire da sola come gestire tutto. Ma la cosa più bella, e lei stessa lo scrive nel suo libro, è aver capito che per prendersi cura degli altri, bisogna prima prendersi cura di sé”.

Nel marzo 2022, la famiglia di Bruce Willis aveva annunciato pubblicamente il ritiro dell’attore dalle scene, a causa di una diagnosi di afasia, poi evoluta in demenza frontotemporale. Da allora, le condizioni di salute di Bruce si sono progressivamente aggravate, portando alla decisione di garantirgli un ambiente più adatto e protetto rispetto alla casa di famiglia.

Secondo quanto riferito da ambienti vicini, Willis è costantemente seguito da personale specializzato, in una residenza dedicata, ma riceve visite quotidiane da Emma Heming, dalle figlie e da Demi Moore, con cui i rapporti familiari sono rimasti sereni e solidali.

Nel frattempo, Emma Heming si prepara alla pubblicazione del suo primo libro, in uscita il 9 settembre 2025. Il volume, intitolato The Unexpected Journey: Finding Strength, Hope and Yourself on the Caregiving Path, racconta proprio il percorso di chi si ritrova a fare da caregiver, un ruolo spesso invisibile, ma essenziale.

Un messaggio forte e necessario sul ruolo dei caregiver

Demi Moore ha colto l’occasione per lanciare un messaggio più ampio, che va oltre la vicenda personale: l’importanza di riconoscere, sostenere e non giudicare chi si prende cura di persone fragili, specialmente nei casi di malattie degenerative.

“Se non ci si prende cura di sé stessi, non si può essere presenti per nessun altro”, ha ribadito, citando un concetto centrale nel libro di Emma. Una riflessione tanto semplice quanto spesso dimenticata, in un’epoca in cui il carico emotivo e pratico dei caregiver resta spesso ignorato.

Il caso Bruce Willis riporta l’attenzione su una realtà che tocca milioni di famiglie nel mondo, anche in Italia, dove l’invecchiamento della popolazione rende sempre più urgente un supporto concreto a chi assiste i propri cari malati. E le parole di Demi Moore, così misurate e autentiche, contribuiscono a rompere il silenzio su un tema che resta ancora troppo spesso confinato nel privato.