Nel cuore dell’Europa c’è un Paese senza treni: il motivo è storico, logistico e sorprende ancora oggi.
Nel 2025, può ancora esistere uno Stato europeo completamente privo di linee ferroviarie? Sì. E non si tratta di una nazione isolata, sperduta tra montagne inaccessibili o piccole isole lontane. Stiamo parlando di uno Stato sovrano al centro del continente, con confini terrestri, turismo attivo e rapporti politici e commerciali con l’intera Unione Europea. Eppure, nel suo territorio non circola nemmeno un treno.
Il Paese in questione è Andorra, un microstato incastonato tra la Francia e la Spagna, noto per le sue valli montuose, lo sci e il duty free. Con circa 80.000 abitanti e una superficie di poco superiore ai 460 km², Andorra è l’unico stato d’Europa a non possedere una rete ferroviaria, né passeggeri né merci. Una scelta (o una rinuncia) che oggi sembra strana, ma che affonda le radici nella geografia, nella storia e nelle priorità economiche del piccolo principato.
Chi visita Andorra arriva solo in auto o in autobus, passando da tortuose strade di montagna che collegano il Paese a Perpignan, Tolosa o Barcellona. Nessuna stazione, nessun binario, nessuna locomotiva. Solo trasporto su gomma, anche per merci, pendolari e studenti. Un’anomalia che, in un’Europa sempre più orientata alla mobilità sostenibile, solleva interrogativi sulla scelta strategica del Paese e sulla sua possibile apertura futura al trasporto ferroviario.
Le ragioni storiche e geografiche di una scelta insolita
Andorra non ha mai avuto una ferrovia. Nemmeno in passato, nemmeno nei secoli in cui le reti ferroviarie si estendevano in ogni angolo del continente. Il motivo principale è la conformazione del territorio: valli strette, dislivelli accentuati, pochi spazi pianeggianti. Le montagne dei Pirenei rendono tecnicamente complesso e costoso qualsiasi progetto ferroviario.

Non è un caso se anche nei territori circostanti, in Spagna e Francia, le linee ferroviarie si fermano a diversi chilometri dal confine andorrano. Le stazioni più vicine sono quelle di L’Hospitalet-près-l’Andorre (Francia) e di Puigcerdà (Spagna), ma da lì si prosegue su strada. Il trasporto pubblico interno ad Andorra si regge completamente su autobus e minibus, con una rete capillare che collega le località principali, compresa la capitale Andorra la Vella.
Negli anni ’80 e ’90, più di un’amministrazione ha valutato l’ipotesi di costruire una linea ferroviaria leggera. Ma i costi erano esorbitanti rispetto al numero di utenti potenziali. E in un Paese dove l’economia si basa sul turismo, sul commercio duty free e sui servizi finanziari, la priorità non è mai stata quella della connettività ferroviaria. L’efficienza delle strade e la vicinanza ai grandi snodi urbani di Spagna e Francia hanno permesso al Paese di sopravvivere senza treni, senza grandi contraccolpi.
Il cambiamento climatico e la spinta verso la mobilità green potrebbero però, nei prossimi anni, riportare il tema al centro dell’agenda politica. Alcuni osservatori ritengono che un collegamento ferroviario con Tolosa o con la Catalogna, anche solo per i mesi invernali, sarebbe utile per alleggerire il traffico e ridurre le emissioni. Ma, al momento, nessun progetto concreto è in corso.
Come ci si muove in un Paese senza treni
Chi arriva in Andorra oggi deve affidarsi ai mezzi su gomma. L’autostrada A66 collega Tolosa ai Pirenei francesi, mentre da Barcellona si raggiunge il principato con un viaggio di circa tre ore, sempre in auto o in pullman. Le compagnie locali coprono le tratte principali con corse frequenti, puntando su puntualità e prezzi competitivi.
Il sistema, seppur efficiente, mostra i suoi limiti soprattutto nei periodi turistici, quando migliaia di sciatori si riversano sulle piste andorrane e il traffico diventa congestionato. La mancanza di una linea ferroviaria porta con sé anche una forte dipendenza dai carburanti, con un impatto diretto sulle emissioni. Per compensare, il governo andorrano ha investito in mezzi elettrici, trasporto pubblico gratuito per i residenti e piste ciclabili, ma l’assenza di una ferrovia resta una nota stonata in uno scenario europeo dove la sostenibilità è sempre più centrale.
L’ipotesi di costruire una linea ad alta capacità resta remota, sia per motivi economici che ambientali. Gli andorrani, nel frattempo, sembrano non sentire la mancanza del treno, abituati a muoversi su un territorio ridotto e ben collegato da strada. Ma nel medio periodo, con le pressioni europee sui temi della mobilità sostenibile e del trasporto collettivo, anche Andorra potrebbe essere chiamata a rivedere le proprie infrastrutture, o almeno a studiare una forma di integrazione con le reti vicine.