Variante Covid XFG in Italia. Stessi sintomi del passato e contagi in salita, cosa sapere ora

Variante Covid19

Tornano i sintomi della prima ondata. Cosa sapere della Stratus-requisitoire-magazine.com

Franco Vallessi

Settembre 8, 2025

Casi in lieve risalita dopo l’estate: i sintomi più comuni tornano a essere febbre, tosse e perdita di gusto e olfatto. Secondo i dati aggiornati al 2025, la variante XFG detta “Stratus” è ormai dominante in Italia. Ma per gli esperti non c’è allarme.

Dopo l’estate, il Covid-19 torna a far parlare di sé. I numeri non sono paragonabili ai picchi drammatici della pandemia, ma la variante XFG, ribattezzata Stratus, sta guadagnando terreno anche in Italia, dove oggi rappresenta oltre il 50% dei casi. I dati dell’Istituto superiore di sanità lo confermano, e Mauro Pistello, virologo e direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, invita a non abbassare la guardia.

La variante Stratus è oggi quella più diffusa in Italia

“Il Sars-CoV-2 non ci ha mai abbandonato“, ha dichiarato Pistello, che è tra i fondatori della rete di sequenziamento nazionale. Secondo l’esperto, il trend post-estivo è ormai noto: con il rientro dalle vacanze, i contatti aumentano e con loro anche i contagi. Il fenomeno non riguarda solo l’Italia: Grecia, Irlanda, Romania e Francia stanno registrando un’impennata dei casi, confermata anche dai monitoraggi dell’OMS.

Stratus
Torna il Covid in Italia con la variante “Stratus”-requisitoire-magazine.com

Nel nostro Paese, tuttavia, la crescita è definita “contenuta”: i numeri restano bassi e i ricoveri si limitano per ora a persone over 80 con patologie pregresse. Ma ciò che colpisce è la natura della variante dominante. La XFG, o Stratus, è nata negli Stati Uniti da una ricombinazione genetica di varianti precedenti e ha velocemente superato tutte le altre in termini di diffusione.

Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, nella settimana tra il 21 e il 27 agosto 2025 sono stati segnalati 1.391 nuovi casi, contro i 1.091 della settimana precedente. Un incremento che, sebbene lieve, indica una tendenza da monitorare.

Tornano i sintomi della prima ondata: olfatto e gusto compromessi

Un altro elemento che riporta alla mente la prima fase della pandemia riguarda i sintomi: febbre alta, sintomi respiratori, ma soprattutto la perdita di olfatto e gusto stanno tornando tra le manifestazioni più comuni nei soggetti positivi. “Il virus predilige ancora le vie nasali e orali – spiega Pistello – e il segnale non arriva più correttamente al cervello”.

Questi sintomi, quasi scomparsi nelle varianti più recenti, sembrano essere tornati con la diffusione della XFG/Stratus, che presenta caratteristiche ibride tra ceppi passati. I malati segnalano anche spossatezza intensa, mal di gola e tosse secca, soprattutto nei soggetti non vaccinati o con sistema immunitario indebolito.

A giugno, inoltre, l’Italia ha registrato il primo caso di variante Nimbus a Genova, monitorata anch’essa per il suo potenziale impatto clinico, anche se attualmente è meno diffusa della XFG.

Vaccini, priorità alle categorie vulnerabili: i consigli per l’autunno

Pistello è chiaro: “La vaccinazione resta l’arma più importante contro il Covid, specialmente per le fasce più fragilicome gli over 60 e 70. La loro immunità potrebbe essersi ridotta nel tempo, specie se l’ultima dose è stata fatta oltre un anno fa”.

Secondo gli esperti, la campagna vaccinale autunnale 2025 sarà cruciale per evitare ondate più intense nei mesi freddi. Il consiglio è optare per una doppia vaccinazione: antinfluenzale e anti-Covid, entrambe raccomandate, sicure e compatibili.

Tuttavia, i dati attuali sulle adesioni non sono incoraggianti. Mancano segnali positivi da parte della popolazione, complice una diffusa sensazione di “fine emergenza” che non corrisponde alla realtà dei dati clinici.

Sulle polemiche relative all’obbligo vaccinale, Pistello frena: “Non è il momento per riaprire un dibattito su obblighi e restrizioni, ma è essenziale mantenere alte le coperture. Lasciare spazio ai virus significa rischiare nuove mutazioni o persino focolai di altre malattie virali, come il morbillo”.

La memoria della pandemia resta forte, ma la sensazione di normalità rischia di farci dimenticare quanto fragile sia l’equilibrio sanitario raggiunto. Mentre nuove varianti come Stratus e Nimbus prendono piede, il messaggio è chiaro: il Covid-19 non è scomparso, ha solo cambiato volto. E ignorarlo, oggi, sarebbe un errore già visto.