Tumore al seno, a Padova svelate nuove cure che allungano la vita anche nelle forme avanzate

Un farmaco innovativo riduce il rischio di recidiva del 25%: la scoperta presentata a Padova -www.requisitoire-magazine.com

Lorenzo Fogli

Settembre 17, 2025

Alla 21a edizione dell’“Advanced International Breast Cancer Course” presentati i progressi nella diagnosi e nei trattamenti contro la malattia in fase avanzata.

PADOVA, 10 settembre 2025 – Il tumore al seno resta la neoplasia più frequente in Italia, con oltre 53.000 nuovi casi stimati nel 2024 e un aumento dell’11% rispetto al 2014. Nonostante l’incidenza crescente, la ricerca e i programmi di prevenzione hanno portato a risultati significativi: nella malattia metastatica la sopravvivenza mediana è migliorata di circa il 30% nell’ultimo decennio, superando i cinque anni nei carcinomi con recettori ormonali positivi e in quelli HER2 positivi.

Questi temi sono al centro della 21a edizione dell’“Advanced International Breast Cancer Course”, il convegno che si apre domani a Padova con la partecipazione di circa 150 esperti internazionali. L’appuntamento rappresenta un punto di riferimento per la discussione multidisciplinare delle strategie più innovative nella diagnosi, nella chirurgia, nella radioterapia e nei trattamenti sistemici del carcinoma mammario.

Terapie ormonali e farmaci innovativi

Secondo Valentina Guarneri, direttrice del Convegno e docente di Oncologia medica all’Università di Padova, la terapia ormonale adiuvante resta un cardine del trattamento nei tumori al seno in fase iniziale. Oggi, accanto a chemioterapia e ormonoterapia, si affianca una nuova classe di farmaci: gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti, in grado di ridurre fino al 25% il rischio di recidiva nelle pazienti a rischio intermedio-alto.

Il convegno affronta anche il tema della aderenza terapeutica. I dati mostrano che dal primo al quinto anno dall’inizio delle cure l’aderenza cala del 25,5%, con ripercussioni negative sulle possibilità di guarigione. Gli effetti collaterali restano una delle principali cause di abbandono, e per questo cresce l’importanza di un dialogo costante con l’oncologo per gestire la terapia nelle modalità prescritte.

Un capitolo rilevante è dedicato ai test genomici, strumenti che permettono di valutare i profili di espressione genica delle pazienti. Questi test, già utilizzati dopo l’intervento chirurgico, sono al centro di studi clinici per guidare la scelta terapeutica anche nella fase neoadiuvante. L’obiettivo è evitare chemioterapie non necessarie e personalizzare i percorsi di cura, potenziando al contempo i trattamenti endocrini con farmaci mirati.

Anticorpi farmaco-coniugati e prevenzione

Un’altra prospettiva innovativa riguarda gli anticorpi farmaco-coniugati, molecole che uniscono un anticorpo monoclonale a un chemioterapico, aumentando la selettività contro le cellule tumorali e riducendo la tossicità per i tessuti sani. Attualmente impiegati nella malattia metastatica, potrebbero presto essere introdotti anche nelle fasi precoci del tumore.

I dati più recenti confermano che l’impiego combinato di nuove terapie, dall’immunoterapia agli anticorpi coniugati, ha già migliorato sensibilmente la sopravvivenza, soprattutto nei tumori HER2 positivi e ormonoresponsivi. Restano più lenti i progressi nella forma triplo negativa, sebbene si stiano registrando risultati promettenti grazie all’immunoterapia.

Il congresso di Padova dedica ampio spazio anche alla prevenzione. Oltre allo screening precoce, stili di vita corretti incidono direttamente sull’efficacia delle cure: attività fisica costante e controllo del peso corporeo riducono il rischio di recidiva e migliorano la risposta ai trattamenti. Secondo Guarneri, il tessuto adiposo può ostacolare l’efficacia della terapia ormonale, motivo per cui la gestione del peso e una dieta equilibrata rappresentano strumenti complementari alla cura farmacologica.