I lavori programmati da RFI rallentano l’intera rete AV: viaggi più lunghi, coincidenze saltate e polemiche in aumento.
Nei mesi estivi e anche a settembre 2025, la rete ferroviaria ad alta velocità è finita sotto osservazione per una serie di ritardi prolungati e disagi ricorrenti che hanno colpito migliaia di passeggeri in tutta Italia. I lavori previsti da RFI per l’ammodernamento delle tratte tra Bologna, Firenze, Roma e Napoli hanno rallentato i treni anche di oltre un’ora rispetto all’orario previsto, con pesanti ricadute sull’intero sistema ferroviario. Le tratte coinvolte, cuore pulsante della mobilità tra nord e sud, non garantiscono più le prestazioni attese. I viaggiatori pendolari e i turisti si trovano ora a dover fare i conti con tratte lente, coincidenze perse e informazioni non sempre chiare.
Lavori sulla rete AV e tempi di percorrenza allungati
Dal giugno 2025, come confermato da Rete Ferroviaria Italiana, sono in corso interventi di manutenzione e potenziamento tecnologico lungo le direttrici ad alta velocità, in particolare tra Firenze e Roma, ma con effetti a catena su tutta la dorsale. La durata dei lavori è stimata fino a dicembre 2025, ma i disagi sono già visibili da settimane. I tempi di percorrenza sono aumentati sensibilmente: ad esempio, la tratta Milano-Roma, solitamente coperta in 2 ore e 59 minuti, richiede ora anche 30-40 minuti in più, secondo gli aggiornamenti ufficiali.

Non si tratta solo di rallentamenti momentanei: i ritardi sono strutturali, inclusi nei nuovi orari ufficiali, per permettere alle squadre di intervenire sui binari e sugli impianti di segnalamento. Eppure, in molte stazioni non è stata data comunicazione sufficiente, con viaggiatori lasciati nell’incertezza su ritardi, coincidenze mancate e servizi sostitutivi. Non a caso, le associazioni dei consumatori hanno segnalato un aumento delle richieste di rimborso, mentre i social si riempiono di segnalazioni da parte di utenti bloccati o in ritardo.
A Firenze Campo di Marte e Roma Tiburtina, due nodi cruciali per la gestione dei flussi, si registrano congestioni quasi quotidiane, anche a causa della diminuzione dei margini di recupero in caso di guasti o fermate prolungate. Alcuni treni regionali vengono sacrificati per dare priorità ai convogli ad alta velocità, ma senza che questo porti a un reale miglioramento. Il quadro che emerge è quello di una rete sotto pressione, in cui ogni variazione si ripercuote a catena su decine di corse.
Le conseguenze per pendolari e turisti: disagi e proteste
Le ripercussioni non si limitano al semplice ritardo. Per molti pendolari, il cambiamento ha significato la perdita dell’abituale equilibrio tra orari di lavoro e trasporti. Chi si sposta ogni giorno da città come Napoli, Bologna, Firenze o Roma lamenta non solo i tempi di viaggio più lunghi, ma anche l’assenza di comunicazioni preventive, spesso fondamentali per organizzare gli spostamenti. Un errore nel calcolo degli orari può causare il mancato arrivo in orario a scuola, a un appuntamento lavorativo o a un esame universitario.
Per i turisti, i problemi si amplificano. Molti non conoscono le dinamiche del sistema ferroviario italiano e si trovano spaesati davanti a coincidenze perse, ritardi non annunciati o mancate assistenze nelle stazioni minori. In casi recenti, passeggeri in viaggio verso Firenze o Napoli sono stati deviati o fermati a stazioni alternative, come Chiusi o Latina, senza indicazioni chiare su come proseguire. Alcune compagnie ferroviarie hanno attivato servizi di navette sostitutive, ma la capienza ridotta e le tempistiche incerte non riescono a rispondere alla domanda.
A tutto questo si somma il tema dei rimborsi: non tutti i passeggeri riescono a ottenerli. Le regole europee prevedono che, in caso di ritardi superiori a 60 minuti, i viaggiatori abbiano diritto a un indennizzo. Tuttavia, molte richieste vengono respinte per cavilli o mancate documentazioni, generando frustrazione crescente. Le associazioni dei consumatori, tra cui Assoutenti e Codacons, chiedono maggiore trasparenza e un sistema unico di indennizzo, automatico e facilmente accessibile, soprattutto quando i ritardi sono noti e previsti da tempo.
Dal punto di vista delle aziende ferroviarie, la risposta è univoca: i lavori sono necessari e servono a garantire sicurezza e modernizzazione. Lo stesso Ministero delle Infrastrutture, interpellato nei giorni scorsi, ha ribadito che si tratta di una fase temporanea e programmata. Eppure, a oggi, manca una comunicazione efficace che accompagni questo processo e lo renda comprensibile ai cittadini.