Sembra tranquillo ma non lo è: il vulcano dormiente in Italia che i geologi monitorano giorno e notte

Francesco Giuliani

Settembre 13, 2025

L’Italia è una delle aree vulcaniche più attive del mondo. Oltre ai vulcani ben noti come l’Etna o lo Stromboli, ci sono giganti silenziosi che sembrano addormentati ma che in realtà vengono sorvegliati senza sosta. Tra questi spiccano i Campi Flegrei, un vasto complesso vulcanico situato nell’area di Napoli.

A prima vista può sembrare un semplice territorio collinare abitato, ma per gli scienziati rappresenta una delle strutture vulcaniche più delicate e monitorate d’Europa.

I Campi Flegrei: un supervulcano sotto osservazione

Il nome “Campi Flegrei” deriva dal greco phlegraios, che significa “ardente”. Non si tratta di un singolo vulcano ma di una caldera vulcanica di circa 12 km di diametro, formatasi in seguito a enormi eruzioni avvenute circa 40.000 e 15.000 anni fa.
L’ultima eruzione significativa risale al 1538, quando si formò il Monte Nuovo, nei pressi di Pozzuoli. Da allora non ci sono state altre eruzioni, ma la zona è tutt’altro che “spenta”: i fenomeni di bradisismo, cioè il sollevamento e l’abbassamento periodico del suolo, dimostrano che il sistema magmatico è ancora attivo.

I dati del monitoraggio continuo

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha installato una fitta rete di sensori che registrano ogni minimo cambiamento dell’area. Secondo gli ultimi rapporti:

  • Negli ultimi dieci anni, il suolo nell’area di Pozzuoli si è sollevato di oltre 90 centimetri.

  • Vengono registrati periodicamente sciami sismici di bassa intensità, con centinaia di piccoli terremoti ogni anno.

  • Le emissioni di gas vulcanici, in particolare anidride carbonica e zolfo, indicano che il sistema è ancora “vivo”.
    Questi dati hanno spinto gli esperti a mantenere un livello di allerta gialla, che corrisponde a una sorveglianza rafforzata e continua.

I rischi per la popolazione e i piani di emergenza

L’area dei Campi Flegrei è densamente abitata: tra Napoli, Pozzuoli e i comuni limitrofi vivono oltre 500.000 persone. Questo rende la caldera uno dei vulcani più pericolosi del mondo non tanto per la probabilità di un’eruzione imminente, quanto per le conseguenze che un evento del genere avrebbe.
La Protezione Civile ha sviluppato piani di evacuazione e scenari di rischio basati su diversi possibili livelli di attività. Al momento non ci sono segnali che indichino un’eruzione a breve termine, ma la comunità scientifica ribadisce l’importanza di non abbassare la guardia.

Un gigante che ricorda la fragilità dell’Italia

I Campi Flegrei rappresentano un paradosso: da un lato, il territorio è ricco di storia, archeologia e paesaggi suggestivi; dall’altro, sotto i piedi degli abitanti si nasconde un enorme vulcano dormiente. La sua presenza è una testimonianza della natura instabile del nostro Paese, che convive da sempre con terremoti ed eruzioni.
Gli esperti sottolineano che convivere con i vulcani non significa vivere nel terrore, ma piuttosto affidarsi a una scienza che vigila 24 ore su 24, pronta a interpretare ogni segnale per garantire la sicurezza delle comunità.