OpenAI stringe un accordo da 10 miliardi con Broadcom per chip proprietari e sfida Nvidia

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Un chip al centro di una nuova alleanza strategica tra OpenAI e Broadcom. - www.requisitoire-magazine.com

Luca Antonelli

Settembre 7, 2025

OpenAI firma un’intesa con Broadcom per avviare la produzione interna di chip custom dal 2026, puntando all’autonomia hardware.

OpenAI accelera verso l’autonomia hardware. Con un impegno di 10 miliardi di dollari, l’azienda ha stretto un accordo con Broadcom per realizzare chip AI proprietari, attesi sul mercato entro il 2026. Un passo che segnala una svolta nella strategia di infrastruttura, puntando a colmare vuoti sul fronte della disponibilità delle GPU e contenere costi crescenti. Le nuove unità saranno destinate esclusivamente all’uso interno, senza diventare prodotti commerciali.

Le ragioni dell’accordo e le implicazioni tecniche

La scelta arriva mentre OpenAI affronta serie difficoltà nell’acquisizione di GPU Nvidia, troppo costose e spesso con consegne ritardate—un freno al rilascio tempestivo di modelli come ChatGPT-4.5. L’intesa con Broadcom punta a colmare il gap: i chip saranno progettati ad hoc, ovvero “XPUs”, strutturati su misura per carichi di lavoro IA, ottimizzati per addestramento e inferenza. Non vogliono sostituire Nvidia, ma integrare, assicurandosi maggiore autonomia e affidabilità nella fornitura.

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Le nuove sfide per Nvidia si giocano sul terreno dell’efficienza e della personalizzazione. – www.requisitoire-magazine.com

La produzione avverrà tramite TSMC, sfruttando tecniche avanzate come il nodo a 3 nm. Le XPUs saranno inserite in rack standard, pronti per essere scalati su vasta scala all’interno dei data center di OpenAI. L’investimento imponente spinge l’azienda verso una vertical integration—dal design al deployment—nella filiera hardware.

Tempistiche, costi e orizzonte strategico

I chip arriveranno nella fase operativa da fine 2026, con consegne che dovrebbero impattare sui flussi di spesa dei prossimi anni, in costante crescita per sostenere la domanda crescente di calcolo. OpenAI prevede di bruciare fino a 115 miliardi di dollari entro il 2029, cifra aggiornata rispetto alle previsioni precedenti. La nuova infrastruttura hardware potrebbe alleviare pressioni finanziarie, offrendo costi operativi più bassi e pace nella gestione delle risorse.

Si inserisce inoltre nel più ampio disegno infrastrutturale, incluso il progetto Stargate, l’iniziativa da centinaia di miliardi di dollari sostenuta con Oracle, SoftBank e altri partner per costruire un ecosistema massivo di data center.

La mossa rafforza la posizione di OpenAI nella corsa all’IA, offrendo un’architettura su misura e meno soggetta a vincoli esterni. Pur rimanendo un pesce piccolo rispetto ai colossi del chip, compie un balzo ambizioso nel controllo della propria infrastruttura.