L’autunno 2025 arriverà con un giorno di ritardo: la spiegazione scientifica

Equinozio d’autunno 2025: perché non sarà il 21 settembre ma il 22 alle 20:19 - www.requisitoire-magazine.com

Lorenzo Fogli

Settembre 20, 2025

Per molti, il 21 settembre segna l’inizio dell’autunno. Lo si è imparato a scuola, lo riportano alcune agende e rimane una data simbolica nell’immaginario collettivo. In realtà, dal punto di vista astronomico le cose sono più complesse: l’autunno non inizia sempre quel giorno. Nel 2025 l’equinozio cadrà il 22 settembre alle 20:19 (ora italiana), segnando il passaggio ufficiale dall’estate alla nuova stagione.

Comprendere le ragioni di questo slittamento aiuta a distinguere tra il calendario civile e il tempo scandito dall’orbita terrestre attorno al Sole, che non coincidono perfettamente.

Cos’è l’equinozio e perché segna l’inizio dell’autunno

L’equinozio non è una convenzione stabilita a tavolino, ma un evento astronomico preciso. Si verifica due volte l’anno, a marzo e a settembre, quando il Sole si trova perfettamente sopra l’equatore terrestre. In quel momento, i raggi solari colpiscono la Terra in modo perpendicolare all’equatore, e la durata del giorno e della notte diventa quasi identica in tutti i punti del pianeta.

Il termine “equinozio” deriva dal latino aequinoctium, che significa appunto “notte uguale”. In realtà, non si tratta di un equilibrio perfetto: fattori come la rifrazione atmosferica e la dimensione apparente del Sole fanno sì che il giorno risulti leggermente più lungo della notte. Tuttavia, l’equinozio resta il punto di riferimento che segna l’inizio della stagione autunnale nell’emisfero boreale e della primavera nell’emisfero australe.

Da quel momento in poi, nell’emisfero nord le giornate iniziano ad accorciarsi progressivamente fino al solstizio d’inverno, quando la differenza tra ore di luce e di buio raggiunge il massimo.

Perché l’equinozio non cade sempre lo stesso giorno

Se a scuola ci hanno insegnato che l’autunno inizia il 21 settembre, si tratta di una semplificazione utile dal punto di vista didattico, ma non scientificamente corretta. In realtà, l’equinozio può cadere il 21, il 22 o addirittura il 23 settembre.

La ragione risiede nello scarto tra il calendario civile e l’anno solare. Un anno tropico – cioè il tempo che la Terra impiega a compiere un’orbita completa attorno al Sole – dura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Il nostro calendario gregoriano, però, considera 365 giorni (366 nei bisestili). Questo aggiustamento semplifica l’organizzazione del tempo, ma genera un piccolo disallineamento che, col passare degli anni, si accumula.

Per compensare questo scarto sono stati introdotti gli anni bisestili, che però non eliminano del tutto la discrepanza. Di conseguenza, la data dell’equinozio varia leggermente di anno in anno, oscillando tra il 21 e il 23 settembre.

Nel 2025 l’equinozio d’autunno sarà il 22 settembre alle 20:19, segnando ufficialmente il passaggio di stagione. Dopo quell’istante, le notti inizieranno ad allungarsi sensibilmente, accompagnandoci fino a dicembre.

Questo fenomeno dimostra come il tempo astronomico, regolato dai movimenti della Terra nello spazio, non possa essere perfettamente tradotto in un calendario fatto di giorni e mesi. Un dettaglio che spesso sfugge, ma che spiega perché non sempre l’autunno arriva nella data che molti hanno imparato da bambini.