Riyad punta a diventare il centro globale del gaming competitivo con i Campionati del mondo eSports 2024: cifre senza precedenti e un messaggio politico forte.
La nuova stagione degli eSports si apre con un evento che segna una svolta. A Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, si svolgeranno i Campionati del mondo eSports 2024, e non sarà un torneo qualunque. Il Paese ha annunciato un montepremi complessivo da 60 milioni di dollari, una cifra mai vista prima, superiore a qualsiasi competizione precedente. Un segnale chiaro: il Regno vuole essere riconosciuto come leader globale del gaming competitivo, sfruttando la crescita di un settore che, secondo Newzoo, supererà i 1,8 miliardi di dollari nel 2025.
Il piano non è solo sportivo. I Mondiali si inseriscono nel più ampio progetto Vision 2030, l’ambiziosa strategia del governo saudita per diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dal petrolio. Lo sport elettronico, con la sua capacità di attrarre pubblico giovane e sponsor internazionali, diventa così uno strumento geopolitico. L’obiettivo è trasformare Riyad in un hub culturale e tecnologico, capace di ospitare eventi globali, influenzare le tendenze e attirare le big tech dell’intrattenimento.
Il montepremi più alto di sempre e una sfida ai giganti
Con i 60 milioni di dollari messi in palio, i Campionati del mondo eSports 2024 superano di gran lunga qualsiasi precedente. Per fare un confronto, il torneo The International di Dota 2 – considerato finora il più ricco – si è fermato a 40 milioni nel 2021. L’Arabia Saudita alza l’asticella e lo fa con una mossa che richiama l’attenzione dell’intero settore.
Le competizioni si svolgeranno da ottobre a dicembre 2025, con fasi preliminari online e finali in presenza a Riyad. Saranno coinvolti i principali titoli del momento: League of Legends, Valorant, Counter Strike 2, PUBG, Fortnite, e molti altri. I team qualificati arriveranno da oltre 30 Paesi.
Il progetto è gestito dalla Esports World Cup Foundation, un ente creato appositamente per l’evento, controllato dal governo saudita e sostenuto dal Public Investment Fund, lo stesso fondo sovrano che ha già investito nel calcio europeo e nel golf. Il piano è chiaro: legare l’immagine del Paese a eventi di richiamo globale, cavalcando l’onda degli sport digitali come ponte tra culture.
L’Arabia Saudita e la strategia di influenza attraverso il gaming
L’interesse saudita per gli eSports non è nuovo. Già nel 2020 erano stati organizzati eventi online di portata mondiale, ma con il 2024 si passa al livello successivo. Il governo punta a coinvolgere milioni di spettatori, sia in presenza che tramite le piattaforme streaming, consolidando una presenza mediatica massiva.
Le ricadute economiche sono solo una parte del disegno. Con questa operazione, Riyad cerca legittimazione culturale, soprattutto tra le generazioni più giovani, sia all’interno che all’esterno dei propri confini. La narrativa ufficiale parla di “nuova era dell’intrattenimento saudita”, ma dietro c’è una precisa costruzione di immagine, calibrata per il pubblico occidentale.
Non mancano però le critiche. Organizzazioni per i diritti umani e alcune comunità di gamer sollevano il tema dell’“sportswashing”, cioè l’uso di eventi sportivi per migliorare la reputazione internazionale nonostante le violazioni dei diritti civili nel Paese. Alcuni team europei e nordamericani, pur partecipando, lo fanno con dichiarazioni cautamente critiche.
Intanto, le iscrizioni ai tornei proseguono e l’interesse cresce. Il successo dell’evento, però, sarà misurato non solo in cifre ma nella capacità del Regno di inserirsi stabilmente nel cuore del gaming mondiale. Una partita che va ben oltre la console.