L’Agenzia italiana del farmaco conferma l’ok a 11 vaccini per la nuova stagione. Le dosi saranno disponibili da ottobre e distribuite in farmacie, studi medici e centri vaccinali.
La stagione influenzale 2025-2026 prende forma già da settembre, con l’Aifa che ha annunciato l’autorizzazione di 11 vaccini per la campagna nazionale. La conferma è arrivata dopo le valutazioni tecniche svolte durante l’estate e la verifica dei lotti da immettere sul mercato. La distribuzione inizierà a ottobre, con priorità alle categorie più fragili: anziani, malati cronici, donne in gravidanza e operatori sanitari.
Il ministero della Salute sottolinea che l’offerta sarà capillare, con le dosi disponibili negli studi dei medici di base, nei centri vaccinali e nelle farmacie che hanno aderito. Il richiamo alla vaccinazione non è casuale: lo scorso anno il virus ha colpito oltre 6 milioni di italiani, con picchi di incidenza tra dicembre e gennaio.
Le tipologie di vaccino e i gruppi a rischio
Secondo le informazioni rese note, i vaccini autorizzati includono prodotti quadrivalenti, capaci di proteggere contro quattro ceppi virali, e formulazioni specifiche destinate agli over 65 e ai pazienti immunocompromessi. Alcuni vaccini sono stati aggiornati sulla base delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ha individuato i ceppi più probabili per la prossima stagione.

Il calendario vaccinale rimane invariato rispetto agli anni precedenti: la campagna inizia a ottobre e si concentra nei mesi autunnali per garantire una protezione adeguata prima del picco stagionale. La raccomandazione è chiara: vaccinarsi entro novembre, così da permettere al sistema immunitario di sviluppare una risposta completa prima che l’influenza circoli in modo esteso.
I dati epidemiologici mostrano che le categorie più colpite restano i bambini sotto i 5 anni e gli anziani sopra i 65. Per i più piccoli sono previste formulazioni pediatriche adatte, mentre per i più anziani viene privilegiato il vaccino adiuvato, studiato per garantire una risposta immunitaria più robusta. L’Istituto superiore di sanità ha già predisposto il monitoraggio settimanale dei casi, che prenderà avvio a ottobre attraverso la rete dei medici sentinella.
Il richiamo alla prevenzione è forte, perché le complicanze dell’influenza non sono rare: polmoniti, aggravamenti di patologie croniche e ricoveri ospedalieri rappresentano ogni anno un peso notevole per il sistema sanitario. Proprio per questo la vaccinazione viene raccomandata come strumento efficace e sicuro, capace di ridurre non solo i contagi ma anche la gravità dei casi.
La distribuzione delle dosi e il ruolo delle farmacie
Le regioni hanno avviato le gare d’acquisto già in estate per assicurarsi la disponibilità delle dosi, con una stima complessiva di circa 20 milioni di vaccini da distribuire nei prossimi mesi. La logistica prevede un sistema misto: le Asl forniranno le dosi ai medici di base e ai centri vaccinali, mentre le farmacie offriranno un servizio diretto per i cittadini che preferiscono vaccinarsi in autonomia, senza prenotazioni complesse.
Secondo le previsioni del ministero, la campagna 2025-2026 punterà a superare la copertura del 60% nella popolazione anziana, obiettivo che negli ultimi due anni non è stato raggiunto. Nel 2024 la copertura si era fermata al 56%, mentre l’obiettivo fissato dal Piano nazionale prevenzione è almeno il 75%. Per aumentare l’adesione, sono previsti spot televisivi, campagne informative sui social e incontri nelle scuole.
Le farmacie avranno un ruolo più centrale, con la possibilità di effettuare la vaccinazione direttamente in sede. Un modello che ha preso piede dopo la pandemia e che oggi rappresenta un canale alternativo di grande utilità, soprattutto nelle zone rurali o meno servite da strutture sanitarie.
Il ministero segnala che, accanto ai vaccini antinfluenzali, sarà possibile somministrare anche altri richiami, come quello anti-Covid, se previsto. L’obiettivo è semplificare l’accesso e ridurre le mancate adesioni, che restano uno dei problemi principali.
Gli esperti ricordano che la disponibilità di 11 vaccini non significa differenze di efficacia, ma varietà di formulazioni per rispondere alle diverse esigenze della popolazione. La campagna che parte quest’anno sarà dunque un banco di prova importante per capire se la maggiore offerta riuscirà a tradursi in un incremento delle coperture.