Un piccolo specchio d’acqua incastonato tra i monti conquista chi lo scopre: paesaggi da quadro, ma resta fuori dai circuiti turistici più battuti.
Tra le montagne italiane esistono specchi d’acqua che non hanno la fama dei laghi più noti, ma che sanno regalare la stessa bellezza, se non maggiore. Uno di questi è il lago di Azzone, in provincia di Bergamo, piccolo bacino alpino che appare come uscito dalla mano di un pittore. Nonostante i colori intensi e la cornice naturale che lo circonda, non compare quasi mai nelle guide turistiche principali, restando un luogo conosciuto solo da chi vive in zona o da pochi viaggiatori curiosi.
La superficie del lago riflette i boschi circostanti e le cime delle Orobie, con sfumature che cambiano nelle diverse ore del giorno. Al mattino l’acqua tende al verde smeraldo, mentre al tramonto assume tonalità aranciate e rosa, come se fosse davvero una tela dipinta a mano.
Un paesaggio unico lontano dal turismo di massa
A differenza di laghi più celebrati come Como o Garda, qui non ci sono battelli, hotel di lusso o lungolaghi affollati. L’accesso al lago di Azzone avviene tramite un sentiero che parte dal centro del paese e porta in pochi minuti a una piccola radura, dove il silenzio domina.

Il contesto è rimasto autentico, quasi intatto. L’assenza di grandi flussi turistici permette di apprezzare il rapporto diretto con la natura. Chi si ferma qui spesso racconta di un luogo sospeso nel tempo, con atmosfere che ricordano certi laghi nordici ma a pochi chilometri dalle città lombarde.
Il lago non è adatto alla balneazione, ma è frequentato da escursionisti e famiglie che cercano un posto tranquillo per una passeggiata o un picnic. Nei mesi autunnali, i riflessi degli alberi colorati creano giochi cromatici spettacolari, che giustificano appieno l’etichetta di “lago dipinto”.
Perché resta fuori dalle guide turistiche
Il motivo per cui il lago di Azzone non compare nelle guide principali è legato alla sua dimensione ridotta e alla mancanza di infrastrutture turistiche. Non ci sono bar, ristoranti o aree attrezzate, e questo lo rende poco appetibile per i circuiti commerciali.
Eppure, proprio questa sua semplicità lo ha reso un luogo di culto per fotografi e viaggiatori che amano gli itinerari meno battuti. Negli ultimi anni, complice la diffusione sui social, l’area ha iniziato ad attirare qualche visitatore in più, senza però perdere il suo carattere raccolto.
Il lago rappresenta un esempio perfetto di come l’Italia custodisca ancora angoli poco conosciuti, capaci di emozionare con la loro purezza. Non è un caso che chi ci arriva per caso spesso decida di non pubblicizzare troppo l’esperienza, quasi a voler proteggere questo piccolo paradiso nascosto.