Negli ultimi anni il panorama digitale è stato dominato da quella che potremmo definire “febbre da pubblicità”. Aziende di ogni dimensione hanno riversato budget sempre più alti su Google Ads, Meta, LinkedIn e TikTok, convinte che l’unico modo per crescere fosse comprare visibilità. Ma nel 2025 la situazione è cambiata con l’aumento vertiginoso dei costi pubblicitari. Proprio da qui, nasce la rivalutazione degli agenti di commercio.
Di fronte a questo scenario, infatti, molte imprese si trovano a ripensare le proprie strategie di acquisizione clienti, trovando in questa figura commerciale un’alternativa concreta, sostenibile e capace di generare relazioni di valore in un’epoca in cui la fiducia conta più di un banner online.
In questo articolo vedremo perché i costi pubblicitari sono cresciuti così tanto, come sta cambiando il ruolo degli agenti e dei rappresentanti di commercio e perché sempre più aziende li considerano una soluzione strategica per affrontare le sfide di mercato nel 2025.
L’aumento dei costi pubblicitari nel 2025: cosa sta succedendo?
Il 2025 è stato definito da molti analisti come l’anno della “bolla dell’advertising digitale”. Non si tratta solo di una sensazione, ma di dati concreti:
- per Google Ads, si registra un aumento dei costi per click (CPC) dovuto a una maggiore concorrenza e domanda;
- le campagne su Meta hanno visto un incremento del CPM (costo per mille impressioni) del 22%;
- piattaforme emergenti come TikTok hanno aumentato i prezzi per gli inserzionisti, spinti dalla crescente domanda e dal numero limitato di spazi di qualità.
Questa crescita non è accompagnata da un proporzionale aumento delle conversioni. Al contrario, i consumatori sono sempre più saturi di pubblicità e sviluppano una naturale diffidenza verso gli annunci. Ed ecco che molti finiscono per utilizzare strumenti di ad-blocking o, semplicemente, per ignorare i messaggi sponsorizzati.
In questo contesto, affidarsi esclusivamente al digital advertising diventa rischioso, perché il trend recente mostra che le aziende spendono di più e ottengono sempre meno, con un ROI sempre più difficile da giustificare.
Perché gli agenti di commercio tornano centrali?
La crescente insoddisfazione verso i risultati delle campagne pubblicitarie online ha spinto le imprese a rivalutare strumenti più classici nella generazione di nuove opportunità di vendita. L’agente commerciale, una figura che ha sempre rappresentato il cuore delle reti di vendita, torna quindi ad essere percepito come una risorsa preziosa.
A differenza di una campagna pubblicitaria, che si limita a intercettare l’attenzione di un utente senza curare l’aspetto relazionale, l’agente costruisce un rapporto umano e di fiducia con il potenziale cliente. Questo aspetto è fondamentale soprattutto nei mercati B2B, dove i processi decisionali sono lunghi e complessi e il cliente ha bisogno di sentirsi seguito.
Questa figura commerciale, inoltre, non comporta un investimento a vuoto. Lavora a provvigione e viene pagato in base ai risultati. Questo rende la sua collaborazione molto più sostenibile, soprattutto per le aziende che non possono permettersi budget pubblicitari importanti.
Costi pubblicitari vs agenti di commercio: un confronto diretto
Per capire meglio la situazione, può essere utile mettere a confronto le due strategie.
- investimenti pubblicitari: i costi sono immediati e indipendenti dai risultati. Se una campagna non funziona, l’azienda ha comunque speso il budget. Inoltre, la pubblicità digitale richiede continue ottimizzazioni e competenze tecniche che spesso le PMI non hanno in casa.
- agenti di commercio: i costi sono legati ai risultati. L’azienda non deve anticipare budget importanti, ma solo corrispondere una provvigione sulle vendite effettive. L’agente porta contatti già qualificati, riducendo il tempo e lo sforzo necessari per chiudere una trattativa.
Naturalmente, non si tratta di scegliere in modo esclusivo. La soluzione ideale è integrare le due strategie. Tuttavia, in un momento storico in cui i costi pubblicitari diventano sempre più alti e incerti, rafforzare la propria rete vendita significa avere un’alternativa sicura e scalabile.
I vantaggi concreti per le aziende che puntano sugli agenti
Scegliere di affidarsi a un agente e rappresentante di commercio non è solo una questione di riduzione dei costi, ma porta vantaggi che vanno oltre.
Primo fra tutti, queste figure hanno una conoscenza del territorio che permette loro di muoversi strategicamente. Un agente conosce mercati locali, abitudini dei clienti e dinamiche di settore meglio di qualunque algoritmo pubblicitario. Questo gli permette di individuare contatti reali e qualificati.
In secondo luogo, subentra la personalizzazione della relazione. Dove una campagna pubblicitaria mostra lo stesso messaggio a migliaia di utenti, senza nessuna formula di personalizzazione, l’agente modula il suo approccio in base al cliente, creando un’esperienza più autentica e convincente.
Infine, c’è la sostenibilità economica. La collaborazione con un agente non comporta tendenzialmente nessun costo fisso, ma una remunerazione proporzionata ai risultati, ovvero a provvigione. Il che si dimostra una soluzione perfetta per aziende che vogliono crescere in maniera intelligente.
Case study: quando gli agenti battono le sponsorizzate
Un esempio concreto arriva dal settore dell’arredamento. Un’azienda italiana specializzata in mobili di design ha investito per anni in Google Ads e campagne social. All’aumento dei costi, corrispondevano margini sempre più bassi per l’elevato livello di concorrenza. Nel 2024, hanno deciso di puntare su una rete di agenti di commercio sul territorio europeo.
In meno di un anno, le vendite B2B sono cresciute del 35%, con un costo di acquisizione clienti inferiore del 40% rispetto a quello generato dalle campagne digitali. L’agente non si è limitato a trovare clienti, ma ha creato vere e proprie partnership, aprendo mercati che nessuna pubblicità avrebbe raggiunto.
Un altro caso riguarda il settore food. Un produttore di eccellenze italiane ha investito in e-commerce e pubblicità online, ma i risultati erano altalenanti. Con l’inserimento di agenti commerciali in Germania e Francia, l’azienda ha stretto contratti diretti con catene di distribuzione e ristoranti, portando a una crescita stabile e ricorrente.
Questi esempi mostrano come, in molti settori, l’agente possa superare la pubblicità in termini di efficacia e sostenibilità.
Gli agenti di commercio possono sostituire la pubblicità digitale?
Non completamente. La pubblicità digitale resta utile, ma nel 2025 da sola non basta. L’agente integra e rafforza le strategie di marketing, aggiungendo la componente relazionale che spesso manca online.
Come diventare agente di commercio nel 2025?
Con il ritorno in auge di questa figura, cresce anche l’interesse di chi vuole capire come diventare agente di commercio. Nel 2025 i requisiti restano gli stessi:
- iscrizione al registro imprese;
- possesso dei requisiti morali e professionali;
- in molti casi, iscrizione a Enasarco.
Tuttavia, ciò che fa davvero la differenza sono le competenze. Un agente moderno deve saper combinare le capacità relazionali con l’uso degli strumenti digitali, tra cui CRM e piattaforme di lead generation. Non basta saper vendere, bisogna anche gestire dati, pipeline e opportunità in modo strutturato.
Questa combinazione di soft skill e strumenti tecnologici rende il lavoro dell’agente non solo attuale, ma indispensabile per le aziende che vogliono restare competitive.
Quanto abbiamo detto non significa che le aziende debbano abbandonare il mondo dell’advertising online, ma che devono bilanciare i loro investimenti. In questo equilibrio, gli agenti di commercio rappresentano un alleato fondamentale
Quindi una delle grandi domande del 2025 è la seguente: ma se cerco agenti di commercio che strumenti posso usare? Sicuramente AgentScout.it rappresenta una buona soluzione, ma occorre sempre ricordare, che la rete commerciale deve andare di pari passo con gli altri strumenti di marketing e comunicazione.





