La nuova norma apre le porte agli animali sui voli nazionali, ma crescono i dubbi su costi, spazi e sicurezza.
Dal 23 settembre 2025, in Italia sarà finalmente possibile portare i cani in cabina su tutti i voli nazionali, a prescindere dalla taglia. Una novità attesa da anni da migliaia di proprietari di animali domestici, che ora potranno evitare la stiva. La decisione arriva dopo un lungo confronto tra compagnie aeree, Assoutenti e l’Ente nazionale aviazione civile, ma non tutti sono d’accordo sulle modalità. Il regolamento, in fase di pubblicazione, prevede una serie di condizioni precise che rischiano di alimentare più disagi che benefici. L’associazione dei consumatori ha già segnalato criticità nel testo approvato, soprattutto riguardo ai costi aggiuntivi, alle dimensioni degli spazi riservati agli animali e alla mancanza di chiarezza su alcune voci.
Le condizioni per viaggiare con il cane: costi, limiti e regole poco chiare
Secondo quanto emerso dalle bozze operative inviate alle compagnie, i cani di ogni taglia potranno viaggiare in cabina, ma solo in presenza di certificazioni sanitarie aggiornate e dichiarazioni di responsabilità firmate dal proprietario. L’animale dovrà restare legato alla cintura del sedile accanto o alloggiato in un’apposita gabbia aperta ai piedi del passeggero, compatibilmente con lo spazio disponibile. Le compagnie aeree dovranno predisporre una zona idonea all’interno della cabina, ma non è ancora chiaro quanto spazio effettivo sarà concesso né quanti cani saranno ammessi per volo.

Sul fronte economico, le prime indiscrezioni parlano di un supplemento che può superare i 50 euro, da aggiungere al normale prezzo del biglietto. Non si tratta quindi di un servizio gratuito né automatico: il passeggero deve fare richiesta con almeno 48 ore di anticipo e l’approvazione resta a discrezione della compagnia. Questo ha già sollevato le proteste delle associazioni, che temono un uso arbitrario delle limitazioni, soprattutto da parte dei vettori low cost.
Inoltre, nessuna norma tecnica obbliga le compagnie a garantire un’area toilette dedicata agli animali o la presenza di un assistente di volo formato. Il risultato è che ogni compagnia potrà muoversi in autonomia, generando un quadro disomogeneo e difficilmente comprensibile per i passeggeri. Assoutenti ha segnalato anche che non sono previsti indennizzi in caso di disservizi legati al trasporto del cane, lasciando il passeggero senza tutele concrete.
Le reazioni di passeggeri, compagnie e associazioni: tra entusiasmo e polemiche
La misura ha raccolto entusiasmo tra i padroni di cani, soprattutto quelli che fino ad oggi erano costretti a rinunciare ai voli o a separarsi dal proprio animale per ore. I social hanno dato visibilità a migliaia di commenti positivi, in particolare da chi viaggia con animali da supporto emotivo, spesso esclusi dalle normative precedenti. Alcuni utenti, però, hanno sollevato dubbi sulla gestione a bordo, specie nei voli affollati o in tratte brevi. In molti si chiedono se ci saranno posti riservati, o se il viaggiatore con animale dovrà essere spostato in fondo all’aereo.
Sul versante opposto, alcune compagnie hanno manifestato preoccupazione per le implicazioni logistiche. “Siamo favorevoli alla tutela degli animali”, ha dichiarato un portavoce di una nota compagnia italiana, “ma servono regole applicabili e strumenti concreti. Altrimenti rischiamo solo di creare più tensione tra passeggeri e personale di bordo”. Anche i sindacati del personale viaggiante hanno chiesto chiarimenti: al momento, non esistono corsi obbligatori per la gestione degli animali in cabina e non è previsto un protocollo in caso di emergenze.
Intanto, Assoutenti continua a monitorare la situazione. L’associazione chiede l’istituzione di una regola unica e chiara per tutte le compagnie, che includa limiti di prezzo, tutele sanitarie e assistenza garantita in caso di problemi. Il rischio, secondo i legali dell’associazione, è che questa misura si trasformi in un nuovo servizio a pagamento mascherato da diritto, con costi elevati e regole flessibili solo in apparenza.
Gli aeroporti non sono pronti: dubbi sui controlli e sulla gestione degli animali prima dell’imbarco
Sul piano normativo, resta aperta anche la questione dei controlli pre-imbarco. Alcuni esperti del settore hanno segnalato la mancanza di una procedura uniforme nei controlli di sicurezza per gli animali, soprattutto nei piccoli aeroporti dove non esistono aree dedicate. Non è ancora chiaro se i cani dovranno passare il metal detector con il padrone in braccio o se sarà necessario un controllo separato con personale addestrato. Le strutture aeroportuali non sembrano pronte a gestire un aumento del numero di animali in transito, e la gestione delle emergenze veterinarie a bordo o durante le attese al gate resta un punto scoperto. Si teme che, in assenza di indicazioni chiare, possano moltiplicarsi i casi di conflitto tra passeggeri e personale, o addirittura episodi di stress per gli stessi animali. Il nodo vero, a oggi, resta l’applicazione pratica: se non verrà accompagnata da un’adeguata formazione degli operatori e da uno sforzo concreto per uniformare i protocolli, la misura rischia di restare sulla carta, lasciando l’ultima parola a interpretazioni arbitrarie da parte dei singoli vettori o degli scali.