Tra le Dolomiti c’è un luogo che ha il potere di fermare il tempo. Le sue acque limpide e i riflessi perfetti sembrano creati apposta per stupire. Chi arriva fin qui, nel cuore dell’Alto Adige, non può che restare senza parole: il Lago di Braies è un piccolo miracolo della natura che, per fascino e intensità, non ha nulla da invidiare ai laghi del Canada.
Uno specchio d’acqua che cambia volto ogni giorno
Il lago si trova a quasi 1.500 metri di quota, incastonato come una gemma nel Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies, patrimonio Unesco. È nato migliaia di anni fa da una frana che sbarrò il corso di un torrente, ma oggi sembra un’opera d’arte più che un fenomeno geologico.
Ciò che colpisce immediatamente è il colore. Non è mai lo stesso: verde vivo al mattino, blu profondo a mezzogiorno, dorato al tramonto. In autunno i boschi che lo circondano tingono lo specchio d’acqua di sfumature calde, mentre in inverno il ghiaccio e la neve trasformano l’intero paesaggio in una cartolina alpina. Chi ci torna in stagioni diverse dice che sembra sempre di vedere un lago nuovo.
Camminare intorno al lago
Il modo più semplice per scoprirlo è il sentiero ad anello che lo circonda: poco più di tre chilometri, facili da percorrere anche con i bambini. Non è una passeggiata qualunque: a ogni curva si apre un panorama diverso, tra pontili in legno che si allungano sull’acqua, piccole spiagge bianche e tratti nascosti tra gli alberi.
Ci sono visitatori che impiegano ore a completarlo, non perché sia impegnativo, ma perché ogni scorcio invita a fermarsi, a scattare una foto o semplicemente ad osservare in silenzio. È uno di quei luoghi che ti costringe a rallentare senza nemmeno accorgertene.

Le barche di legno e il silenzio che resta
Uno dei simboli del lago è il vecchio boathouse con le barche in legno. Noleggiarne una è un’esperienza che tutti consigliano. Remare al centro del lago, con le montagne che ti circondano da ogni lato, fa sentire minuscoli e, allo stesso tempo, parte di qualcosa di più grande. Il rumore dei remi che tagliano l’acqua è l’unico suono che accompagna il silenzio.
C’è chi sceglie di partire presto al mattino, quando la superficie è liscia come vetro, e chi preferisce il tramonto, quando la luce si riflette sulle Dolomiti creando giochi di colore che sembrano irreali. In entrambi i casi, la sensazione è quella di vivere una piccola magia.
Dal lago ai sentieri di montagna
Per gli amanti del trekking, il Lago di Braies è il punto di partenza ideale. Da qui si sale verso il Rifugio Biella, si raggiunge l’altopiano di Sennes o ci si spinge fino alla Croda del Becco, che con i suoi 2.810 metri domina la valle. Sono itinerari che richiedono gambe allenate, ma che ripagano con panorami spettacolari.
Chi non vuole affrontare salite impegnative può limitarsi alle passeggiate nei boschi circostanti: l’aria fresca e i profumi della natura bastano per rendere la giornata speciale.
Dalla leggenda alla storia
Il Lago di Braies non è solo natura, ma anche racconti che ne aumentano il fascino. Secondo una leggenda, nelle sue profondità si nasconderebbe un passaggio segreto verso il regno dei Fanes, popolo mitico delle Dolomiti. È per questo che ancora oggi molti lo considerano un luogo magico, dove realtà e mito si intrecciano.
La sua storia recente, invece, lo lega a un episodio drammatico ma fondamentale: nel 1945, proprio sulle sue rive, furono liberati 139 prigionieri politici che le SS stavano trasferendo verso la Germania. Una pagina poco nota, ma che aggiunge spessore e memoria a un paesaggio apparentemente sospeso nel tempo.
La fama internazionale
Il mondo ha scoperto Braies anche grazie alla televisione. La serie “Un passo dal cielo” ha reso celebre il suo pontile e le sue barche, trasformandolo in un’icona riconosciuta ovunque. Da allora le foto del lago hanno fatto il giro dei social, diventando un simbolo del turismo alpino italiano.
Questa popolarità ha portato con sé folle di turisti, soprattutto in estate. Eppure, basta spingersi leggermente più in là, allontanandosi dai punti più affollati, per ritrovare il silenzio e quella sensazione di intimità che rende il lago speciale.
Quando visitarlo e come viverlo al meglio
Ogni stagione ha il suo fascino. L’estate offre colori brillanti e giornate lunghe, ma anche la maggior presenza di visitatori. Per tutelare l’ambiente, nei mesi di luglio e agosto l’accesso in auto è limitato e bisogna servirsi di navette o biciclette.
La primavera e l’autunno sono i periodi ideali per chi cerca calma e vuole godersi i colori più intensi, mentre l’inverno regala scenari da fiaba, con la superficie ghiacciata e il silenzio assoluto della neve. In ogni caso, il consiglio è di arrivare al mattino presto o di restare fino al tramonto, quando la luce trasforma tutto in un quadro.
Chi può, dovrebbe fermarsi almeno una notte nelle strutture della zona: rifugi, piccoli hotel e ristoranti che offrono cucina tipica altoatesina, dai canederli allo strudel. È il modo migliore per vivere il lago in tutte le sue sfumature, anche quando la folla se n’è andata.
Il Lago di Braies non è solo una meta turistica, è un’esperienza che resta. Chi lo visita porta con sé ricordi che vanno oltre le fotografie: il silenzio, i riflessi mutevoli dell’acqua, le leggende che lo avvolgono, la consapevolezza di trovarsi davanti a qualcosa di raro. È per questo che molti, dopo averlo visto, non esitano a dire: “Altro che il lago di Alberta, qui in Italia abbiamo un gioiello che sembra un sogno diventato realtà.”