Russell Crowe irriconoscibile in Nuremberg: il ritorno che può portarlo agli Oscar

Russell Crowe

Russell Crowe in un'interpretazione da Oscar nel suo nuovo ruolo. Fonte foto www.wikipedia.org-requisitoire-magazine.com

Franco Vallessi

Settembre 12, 2025

Presentato al TIFF 2025, il film diretto da James Vanderbilt racconta il processo di Norimberga con una performance magistrale di Crowe nei panni di Hermann Göring.

La nuova interpretazione di Russell Crowe è tra le più potenti della sua carriera: impara il tedesco e incarna il carisma malato del gerarca nazista sotto processo.

Al Toronto International Film Festival 2025, il film Nuremberg ha scosso il pubblico e la critica con una narrazione intensa e necessaria, capace di riportare sotto i riflettori uno degli snodi storici più complessi del Novecento. Russell Crowe, nei panni di Hermann Göring, consegna un’interpretazione dirompente, tanto che alcuni esperti lo considerano già uno dei favoriti agli Oscar per il miglior attore protagonista.

Un dramma storico che parla anche al nostro presente

Diretto da James Vanderbilt, Nuremberg racconta i giorni del processo ai gerarchi nazisti che si tenne nella città tedesca tra il 1945 e il 1946. L’opera non si limita alla ricostruzione storica, ma scava nel terreno instabile delle domande morali, etiche e legali che seguirono il crollo del Terzo Reich. La pellicola mette in discussione il concetto stesso di giustizia: può davvero essere imparziale di fronte all’orrore?

Il film più atteso
Russell Crowe torna a sorprendere con “Nuremberg” nelle vesti Göring. Fonte foto SONY PICTURES-requisitoire-magazine.com

La figura centrale del racconto è Göring, l’ex comandante della Luftwaffe, interpretato da Russell Crowe in una delle prove più intense della sua carriera. Secondo Variety, che ha recensito il film in anteprima, l’attore non era così incisivo dai tempi di Cinderella Man (2005). Il critico Clayton Davis ha sottolineato come Crowe riesca a restituire il paradosso di un uomo mostruoso ma affascinante, capace di dominare la scena anche dietro le sbarre.

Crowe ha imparato il tedesco per calarsi nel ruolo e affronta lunghe sequenze di dialogo con Douglas Kelley, lo psichiatra militare incaricato di valutare la sanità mentale degli imputati, interpretato da Rami Malek. Le loro conversazioni serrate, spesso dai toni freddi e inquietanti, diventano il vero motore drammatico del film.

Un ritorno alla grande per Russell Crowe

Russell Crowe, vincitore dell’Oscar nel 2001 con Il gladiatore, torna così a una dimensione attoriale alta e profonda, dopo anni trascorsi tra blockbuster, film commerciali e incursioni nel genere horror. La sua carriera aveva già raggiunto vette altissime con pellicole come Insider – Dietro la verità e A Beautiful Mind, per cui aveva ottenuto due nomination consecutive nel 2000 e nel 2002.

Con Nuremberg, l’attore australiano riscopre una recitazione trasformativa, incarnando non solo la postura e la voce del suo personaggio, ma anche la sua ambiguità morale. La performance viene descritta come “la più autorevole degli ultimi vent’anni” e potrebbe valergli una nuova corsa agli Oscar, in un panorama competitivo e ricco di interpretazioni notevoli.

Un film che parla di giustizia e responsabilità, oggi più che mai

La forza di Nuremberg non sta solo nella ricostruzione storica, ma nella sua capacità di risuonare nel presente. In un momento storico in cui le istituzioni democratiche sono messe alla prova in vari angoli del mondo, il film offre una riflessione amara e lucida su come si processa il male, su chi stabilisce i confini della giustizia, e su cosa significhi davvero “verità” in un’aula di tribunale.

Attraverso un’estetica sobria ma potente, Vanderbilt mette in scena un dramma giudiziario che diventa specchio del nostro tempo, con scelte registiche che evitano lo spettacolo fine a sé stesso per concentrarsi sull’umanità distorta dei protagonisti.

Nonostante l’entusiasmo della critica, il film non ha ancora una distribuzione italiana, ma si prevede che possa arrivare nei cinema europei nel corso del 2026, soprattutto se le nomination ai premi maggiori dovessero confermare il suo impatto mediatico.

Nuremberg si impone come uno dei titoli più rilevanti del 2025. Il processo a Göring e agli altri imputati non è solo un capitolo da manuale di storia, ma un’interrogazione continua sul concetto di giustizia, che non può mai dirsi definitiva. Il ritorno di Russell Crowe in un ruolo tanto complesso è un segnale forte: c’è ancora spazio per un cinema che scava nel passato per raccontare il presente, e lo fa con intensità, misura e consapevolezza.